Ricordate di sicuro che abbiamo già parlato di questo argomento. Ma torniamo ad affrontarlo con una sintesi di dati a scopo aggiornamento. Le malattie psichiatriche sono in aumento costante tra i bambini e gli adolescenti in questo difficile periodo storico. Il primo indiziato, tra le cause di questo fenomeno, sembra essere lo Smartphone e/o, in generale, il rapporto distopico dei giovani con il mondo del digitale.
I giovani d’oggi e l’autolesionismo
In particolar modo uno tra i disordini psichiatrici maggiormente rappresentati sembra essere l’autolesionismo. Intanto cominciamo con il raccomandare qualcosa ai genitori, vale a dire la necessità di controllare i corpi dei ragazzi, perché l’autolesionismo comincia sempre più di frequente in età molto tenera, persino alle elementari. L’autolesionismo è provocato da sentimenti di depressione e disturbi dell’umore di vario genere e questo è legato, stando al parere dei massimi esperti, ad una scarsa educazione dei bambini che già a 6-7 anni passano molte ore davanti ad un device e ne risulta penalizzata la loro attività ricreativa, con un aumento di sedentarietà e di dipendenza dai dispositivi elettronici.
Dipendenza da devices e web surfing
Addirittura registriamo dei comportamenti veri e propri di craving (desideri ansiosi, smaniosi di ottenere) e di aggressività connessa alla privazione da questi device: dei veri e propri segni e sintomi di dipendenza. Come fossero, dunque, dipendenti da una sostanza che in realtà risulta essere appunto il cellulare o il tablet.
Per i genitori
Ai genitori: stare maggiormente con i più piccoli e giocare con loro, controllare il telefono, controllare i comportamenti dei bambini, soprattutto il loro corpo e dare regole, imparare a dire di no in maniera autorevole. E soprattutto vietar loro l’utilizzo dello smartphone al di sotto dei 12 anni. Un primo vademecum, dunque, emanato dalle maggiori società di neuropsichiatria infantile ai genitori. Fare il genitore è una cosa sempre estremamente difficile, innegabile. Ma bisogna assumere una serie di comportamenti in modo deciso proprio per tentare di arginare il fenomeno che sta diventando sempre meno controllabile.
La Musicoterapia: professione d’aiuto per i giovani
La Musicoterapia aiuta questi ragazzi rendendoli parte attiva di un percorso condivisivo, agendo aull’autostima e consentendo loro di mettersi in gioco in una produzione attiva che è reale e perciò fortemente riconnettente alla realtà. Ne risulta un parziale indebolimento dell’immersione costante in una realtà virtuale e depersonalizzante qual è quella del web. Partendo dell’esperienza corporeo-sonora la Musicoterapia tende a ristrutturare dal profondo il disagio di questi ragazzi.
Dott. Marco Di Matteo