AUTISMO AD ALTO FUNZIONAMENTO: UN PROBLEMA DI DIAGNOSI DIFFERENZIALE

Ci siamo chiesti più volte cos’è l’autismo ed è importante dare una definizione, ma è altrettanto importante che questa definizione non sia fine a sé stessa. Certo è che il termine in sé fa paura e quando i genitori si vedono recapitare tale diagnosi piombano, naturalmente e comprensibilmente, in uno stato di angoscia. In questo articolo proveremo a dirimere alcuni semplici dubbi che, quando non vengono sciolti, rimangono cristallizzati nella misconoscenza delle persone. Vale sempre, perciò, il principio cardine che l’educazione sanitaria sia uno dei passaggi fondamentali per mettere a conoscenza la popolazione di tutte quelle cose importanti che bisogna sapere sulla salute pubblica.

Definizione di autismo e… ‘collaterali’

Un bambino autistico ha un importante deficit della relazione sociale, della reciprocità relazionale. I più autorevoli testi sull’argomento riportano che l’autismo si accompagna, nella maggior parte dei casi, ad un ritardo mentale più o meno severo. L’autismo rientra in quei gruppi di patologie che sono organizzati per spettri. Esiste, ad esempio, un altro gruppo di patologie organizzato per spettro, cioè per numerose sfumature identificabili tra gli estremi di una linea comune di caratteri. Esso è il gruppo dei disturbi dello spettro schizofrenico.

Cos’è l’autismo ad alto funzionamento?

Dopo aver appurato cos’è l’autismo è fondamentale, a beneficio di chi legge ma soprattutto dei genitori di bambini che siano stati diagnosticati, trasmettere alcuni passaggi fondamentali. Innanzitutto quello di autistico è un significato piuttosto complesso e possiamo trovarci di fronte a quadri in cui vi è una anomalia della reciprocità sociale, ma non vi è altrettanta compromissione dell’intelligenza del bambino. Si tratta, in questi casi di bambini autistici ad alto funzionamento. Ogni bambino autistico ad alto funzionamento, cioè con un quoziente intellettivo apparentemente poco sotto la norma (o del tutto nella norma!) e buone ‘capacità produttive’, pone un importantissimo problema di diagnosi differenziale poiché, in un campione di casi fortunatamente non grande, una diagnosi di autismo non corrisponde all’esatta condizione del bambino che invece può essere affetto, per esempio, da un disturbo del linguaggio di severità importante, tale da ingenerare in lui un quadro depressivo e un isolamento di tipo simil-autistico. Pertanto diremo anche che riscontrare un sintomo tipico di autismo non è sinonimo di autismo, non consente di poterne far diagnosi tout court. I test per l’autismo di cui disponiamo (neuropsichiatria infantile) sono particolarmente accurati e consentono di fare diagnosi di certezza nella più parte dei casi. In talune valutazioni però, fortunatamente sporadiche, può esservi una sovrastima di quanto osservato, com’è anche normale che sia poiché ogni test diagnostico ha una sensibilità, una specificità, ma non è infallibile.

Come ci si accorge dell’autismo ad alto funzionamento?

I bambini affetti da questo disordine sono generalmente autonomi, non sono impossibilitati a parlare, leggere, scrivere, disegnare ed operare correttamente con le mani. Un quadro così, il più delle volte lieve, può passare inosservato e comportare un ritardo della diagnosi. Si possono osservare, in questi bambini, alcuni elementi tipici dell’autismo comunemente descritto (difficoltà della comunicazione non verbale, alterazioni nella mimica facciale, movimenti e gesti stereotipati, anomalie del linguaggio, anomalie dell’interazione sociale, interesse per parti di oggetti, ecc. ). L’isolamento a cui tutto ciò li sottopone può generare in questi bambini depressione, ansia, stress, difficoltosa gestione della rabbia. Come abbiamo visto nel paragrafo precedente è importante che la diagnosi sia molto accurata, onde non confondere un altro tipo di disordine con uno dello spettro autistico.

Autismo ad alto funzionamento e prospettive di vita

Nell’autismo ad alto funzionamento possiamo reperire alcune facoltà ben coerenti con un normale sviluppo del bambino. Sono questi i casi in cui bisogna informare i genitori sulle possibilità effettive che il bambino possa avere una qualità della vita di poco inferiore alla norma o addirittura nella norma. Sono bambini assolutamente candidabili ad uno standard di vita decisamente buono e, perciò, destinatari plausibili della terapia occupazionale (è bene informarsi sui luoghi più vicini a casa propria dove sia possibile effettuarla!) e di una buona e perseguibile autorealizzazione/autonomia. Gli autismi ad alto funzionamento, quindi, possono avere un’evoluzione assolutamente favorevole. Ma la differenza la fanno i percorsi di cura. Si tratta di bambini che se curati o se non curati hanno destini diametralmente opposti. Si è detto ampiamente delle cause di autismo e si è detto anche con una certa autorevolezza che l’autismo è una malattia genetica e non dipende da terapie farmacologiche, da virus o da vaccini. Bambini diagnosticati come autistici con spiccate capacità produttive possono essere dei bambini con sindrome di Asperger che negli stati precoci è assai difficile da diagnosticare.

Esiste una cura per l’autismo ad alto funzionamento?

Non esiste un trattamento valido ed efficace per tutti i bimbi affetti da questo disordine. E’ molto importante, invece, che i percorsi di trattamento siano altamente individualizzati. Questo perché ogni singolo paziente è profondamente diverso dagli altri e, per questo, il terapeuta avrà cura di valutare minuziosamente il caso specifico per individuare gli obiettivi più sensibili da raggiungere. In linea generale si possono individuare alcuni cardini del trattamento come il Parent Training (cioè il coinvolgimento attivo dei genitori nell’operare in sinergia con i terapeuti per il raggiungimento di obiettivi comuni), la terapia farmacologica (che non cura l’autismo, ma che può rivelarsi utile per alcuni disturbi e sintomi associati, come l’ansia o la depressione), la psicoterapia cognitivo-comportamentale (che si incentra su aspetti relativi all’apprendimento, alle emozioni e al conseguente comportamento dei pazienti). A queste vanno opportunamente affiancate le terapie integrate, tra cui le arti-terapie, la pet-therapy e la musicoterapia, di cui parleremo nel paragrafo successivo.

Autismo ad alto funzionamento e Musicoterapia: un approccio clinico e multidimensionale

Nell’ottica di un approccio integrato la Musicoterapia si candida quale metodologia di trattamento di questi bambini assolutamente autorevole ed in grado di produrre un sensibile impatto clinico, non escludente le altre metodologie. Per approfondire la conoscenza su questo argomento è possibile contattare il presente laboratorio di musicoterapia clinica in Pescara cliccando direttamente qui oppure telefonando o scrivendo un messaggio Whatsapp al recapito telefonico che trovate su questo sito web. Per accedere agli obiettivi clinici che la Musicoterapia si propone di ottenere nel trattamento dell’autismo infantile si rimanda al presente articolo o al testo ‘Musicoterapia Clinica’ (che è possibile acquistare sull’apposito form del sito web di Artemia Nova Editrice), al capitolo relativo ai disturbi dello spettro autistico.

Dott. Marco Di Matteo

Dr. Marco Di Matteo

Medico chirurgo, musicoterapeuta clinico, docente e autore
Laureato in Medicina e Chirurgia, ha conseguito il diploma accademico di alta formazione in Musicoterapia. Docente incaricato di Chitarra Moderna presso lo studio musicale “Modern Guitar” di Pescara, docente accademico a contratto di Musicoterapia, C.T.U. Del Tribunale di Pescara, C.T.P. per la valutazione del danno biologico, autore letterario.

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