I tempi sono maturi perché i musicoterapeuti si presentino: viviamo, sì, l’epoca di mezzo in cui la divulgazione è tanta, la disinformazione è altrettanta, e la gente non ha ancora compreso con chiarezza cosa sia realmente la Musicoterapia. Ma è anche vero che tanta verità sulla materia sta ormai affiorando alla superficie della consapevolezza. Merito, senza dubbio, di chi come noi è costantemente in prima linea per fare chiarezza in questo mare magnum di follia mediatica.
I rudi quesiti di chi vuol sapere
“Quale musica viene usata?”, chiede goffamente il povero ignaro. La “musica usata” a fini riabilitativi/rieducativi/di reinserimento sociale può essere d’ogni tipo e non è nemmeno sempre musica. Quando si tenta di spiegare la Musicoterapia è giusto ricordare che in una gran parte di casi la metodologia psicodinamica e riabilitativa (poichè la Musicoterapia è esattamente questo: una metodologia di riabilitazione e cura dei disordini afferenti alle aree neuro-psichica, neuro-motoria e neuro-sensoriale del bambino e dell’adulto) si basa su un dialogo sonoro non proprio strutturato come invece è la musica più altamente organizzata.
“A cosa serve” la Musicoterapia? …
…chiede ancora il disinformato. L’abbiamo detto poc’anzi. A… trattare dei disordini da cui può risultare affetta la persona. Naturalmente non ha senso parlare di trattamento o cura se non si producono modificazioni stabili e documentate nello stato di salute della persona. Ed è esattamente ciò che la Musicoterapia vuol produrre. Non si tratta di benessere in senso ampio, vago e ‘olisticamente millantato’. Si tratta, invece, di una disciplina affine alla medicina e alle neuro-scienze, con cui condivide contenuti e finalità. La musica è terapeutica, lo sappiamo per certo. Ma quest’affermazione può essere pericolosa. Poiché confonde la Musicoterapia con il ‘far musica’. E va detto, a beneficio di chi legge, che esse sono due cose molto diverse.
Musicoterapia e bambini
Si tratta di uno dei campi d’applicazione della Musicoterapia più vasti e ricchi di approcci diversificati. Proprio perché molto vasto è lo spettro di condizioni cui il terapeuta può trovarsi di fronte. Un esempio semplice e chiarificatore? Proviamo ad immaginare quanto diversi siano gli obiettivi terapeutici con un bimbo Down, un bimbo autistico ed un bimbo affetto da depressione. Ad ancora: io personalmente ho realizzato un protocollo operativo di Musicoterapia Attiva in ambiente ospedaliero (divisione di Oncoematologia Pediatrica) con la finalità di agire, attraverso il dialogo sonoro, sulla percezione del dolore da parte dei bimbi emopatici nonché sugli effetti collaterali della chemioterapia. I risultati? Sorprendenti. E’ per questo che sono un convinto assertore dell’utilità di inserire la Musicoterapia in pianta stabile nei reparti d’ospedale. In ultimo: consideriamo il capitolo Musicoterapia e autismo. Esso è davvero vasto e caleidoscopico. Cliccando qui si può decisamente approfondire questo campo tematico.
Musicoterapia e YouTube
YouTube è una fonte inesauribile di conoscenza. E’ possibile, digitando poche ed estensive chiavi di ricerca, visualizzare una quantità sempre più grande ed esaustiva di contenuti sul metodo Musicoterapia (e su tutti i suoi sotto-orientamenti). Una sola raccomandazione: l’attenzione massima va rivolta all’autorevolezza di chi ci racconta. Il web è stracolmo di persone che letteralmente si improvvisano competenti in qualche campo. E questo di certo non giova a chi cerca verità.
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Dott. Marco Di Matteo