L’umore di una persona è definibile come uno stato d’animo la cui durata può essere più o meno lunga e di polarità positiva o negativa. I nostri funzionamenti interni e l’ambiente circostante determinano il nostro umore. L’umore, di solito, si modifica in modo graduale. Un cambiamento repentino è definito sbalzo d’umore. Qualunque evento quotidiano può farci passare dalla tristezza alla gioia o viceversa. Ma un umore troppo a lungo di basso livello (malinconia, grigiore, pessimismo, depressione) può alterare il nostro carattere, il nostro comportamento e minare la vita di relazione. E’ molto importante differenziare gli sbalzi di umore dovuti a cause specificamente psicodinamiche da quelli invece correlati a stati fisiologici o patologici diversi (malattie metaboliche, sindromi ansiose croniche, malattie infettive, disforia pre-mestruale, gravidanza, menopausa, malattie neurologiche, squilibri elettrolitici come la carenza di magnesio, etc.).
Cosa sono i disturbi dell’umore? E come si curano?
Un disturbo dell’umore viene diagnosticato quando la tristezza o l’euforia sono eccessive e persistenti (soprattutto in relazione a ciò che le provoca) e sono accompagnate da un numero ben definito di altri disfunzionamenti della sfera dell’umore, con la conseguenza primaria di ostacolare in modo grave il normale svolgersi della vita. In taluni casi molto gravi si può parlare di disturbo schizoaffettivo (una condizione fortunatamente non frequentissima) in cui la persona risulta affetta da una commistione di sintomi tipici della schizofrenia (allucinazioni e delirii) con sintomi tipici dell’asse timico (o dell’umore) quali, ad esempio, depressione o mania. Gli stabilizzatori dell’umore sono farmaci efficaci nel trattamento degli episodi maniacali (disturbi dell’umore a polarità positiva) e nella prevenzione delle recidive di disturbi depressivi (disturbi a polarità negativa) e bipolari. Essi comprendono i sali di litio ed altri farmaci usati anche come antiepilettici (acido valproico, carbamazepina, lamotrigina, topiramato).
In che modo i disturbi dell’umore condizionano il comportamento?
Un disturbo del comportamento vero e proprio si manifesta quando una persona comincia a provare difficoltà nel relazionarsi con gli altri. Nei pazienti affetti da un disturbo dell’umore le alterazioni comportamentali vanno dal semplice evitamento delle situazioni di socialità, finanche al ritiro affettivo da ogni investimento relazionale o produttivo (depressioni parossistiche), fino a quadri di aggressività, collera ed atteggiamenti antisociali estremi (come nel disturbo da disregolazione dell’umore dirompente (DSM-5). In questi soggetti l’umore irritabile è persistente (anche 3 crisi di forte rabbia a settimana) e le crisi di collera sono sproporzionate alle verosimili cause scatenanti. La comparsa del disturbo avviene in età infantile e questi bambini sono descritti come sempre arrabbiati, permalosi, scontrosi ed incontrollabili. Le esplosioni di rabbia di questi soggetti sono sia verbali che fisiche, il loro umore è persistentemente irritato, la rabbia si scatena indipendentemente dal contesto (casa, scuola, amici, lavoro). Molti soggetti con disturbo dell’umore associato a turbe del comportamento presentano anche sintomi di ADHD e disturbo oppositivo-provocatorio. I trattamenti neuropsichiatrici meritano una particolare attenzione per ciò che concerne l’individualizzazione della terapia. Nell’ambito delle terapie integrate la Musicoterapia può rivestire un ruolo di indubbia centralità per il raggiungimento dell’eutimia (normalità dell’umore) e per portare compenso agli squilibri comportamentali. Per conoscere più approfonditamente l’applicazione della Musicoterapia in pazienti di questo gruppo è possibile chiedere un consulto presso il Laboratorio di Musicoterapia Clinica in Pescara. I contatti sono disponibili su questo sito web.
Dott. Marco Di Matteo