Demenza tipo Alzheimer: primissimi sintomi
Il percorso diagnostico della malattia di Alzheimer viene innescato dalla comparsa dei primissimi sintomi che sono i seguenti:
1. Deficit più o meno variabile della memoria con sconvolgimento della vita quotidiana;
2. Problematiche nella programmazione e nella soluzione dei problemi;
3. Difficoltà nello svolgere i compiti casalinghi, di lavoro e del tempo libero;
4. Stato confusionale mentale riguardo i tempi e i luoghi;
5. Difficoltà di comprensione di immagini e rapporti spaziali;
6. Problemi nel parlare e nello scrivere;
7. Incapacità a ripercorrere la strada;
8. Ritiro affettivo dalle attività sociali e dal lavoro;
9. Sconvolgimenti dell’umore della personalità.
La ‘disnomia’ nella demenza di Alzheimer
Uno dei sintomi più precoci di malattia di Alzheimer è rappresentato dalla cosiddetta disnomia, cioè la difficoltà manifesta di richiamare in memoria una parola adeguata al contesto del discorso. Avete presente quando usiamo l’espressione “avere la parola sulla punta della lingua”? Nel periodo infantile la disnomia può essere legata ad un disturbo dell’apprendimento, come la dislessia, oppure ad un disturbo del linguaggio. Essere affetto da disnomia chiaramente ostacola le abilità linguistiche della persona.
La demenza tipo Alzheimer è ereditaria?
In base alle conoscenze attuali della medicina sappiamo che L’Alzheimer normalmente non è una malattia ereditaria. Quindi la causa non è da ricercare nel patrimonio genetico. Sapere che nella propria famiglia vi sono già dei malati di Alzheimer non significa avere un aumentato rischio di contrarre la patologia. Ci sono numerosi Alzheimer test, ospedalieri e non, per la diagnosi precoce di malattia di Alzheimer, la maggior parte dei quali si basa sulla valutazione della memoria.
Cause scatenanti della demenza di Alzheimer
Riguardo le cause scatenanti dell’Alzheimer va detto che la scienza medica non ha ancora stabilito con certezza quali siano. Si tratta di una malattia estremamente complessa e difficile da comprendere. Certamente è una malattia multifattoriale, che si lega ad elementi connessi con l’invecchiamento ed altri correlati all’ambiente e allo stile di vita. Il momento fondamentale della distruzione neuronale implicata nella malattia di Alzheimer è rappresentato dalla deposizione di due proteine: la cosiddetta Beta amiloide e la proteina Tau, entrambe altamente tossiche per le cellule e in grado di determinare la morte di una grossa quota di neuroni. Esiste una forma precoce denominata Alzheimer giovanile che comunque rappresenta il 5-10% della totalità dei casi. Essa riguarda le persone comprese fra i 30 e i 60 anni.
Centro Alzheimer e cure possibili
Un centro Alzheimer è un istituto specializzato nella ricerca e nella cura della malattia dove hanno sede laboratori di neuroimmagine di epidemiologia riguardanti questa invalidante patologia. In Italia è possibile reperire numerosi centri di questo tipo. La demenza di tipo Alzheimer va differenziata dalla demenza vascolare tipica dell’invecchiamento, altrimenti nota come demenza senile o leucoencefalopatia multifocale progressiva. Entrambe le malattie convergono sul deterioramento cognitivo e delle funzioni mentali. La malattia di Alzheimer è attualmente, nel nostro paese così come nel resto del mondo, una patologia la cui incidenza è in aumento ed il cui impatto socio sanitario diviene via via sempre più gravoso. Diverse cure vengono proposte, anche se non esiste una terapia definitiva o in grado di portare alla guarigione. Le terapie tendono tutte al rallentamento della progressione della malattia e al miglioramento della qualità della vita del paziente.
Cosa può fare la Musicoterapia nella demenza tipo Alzheimer?
Di seguito si elencheranno gli obiettivi clinici che la Musicoterapia si propone nel trattamento di questi pazienti:
1. Attivare nel soggetto delle modalità espressive e relazionali arcaiche;
2. Favorire il mantenimento del senso di identità;
3. Evocare e recuperare una parte delle funzioni cognitive e delle abilità perdute;
4. Migliorare l’umore attraverso moduli connessi con la memoria;
5. Agire sulle alterazioni della personalità e del comportamento;
6. Elicitare la plasticità neuronale;
7. Rallentare la progressione del deterioramento cognitivo;
8. Fornire uno stimolo costante e frequente per modulare la terapia farmacologica.
Per ogni ulteriore approfondimento su questa patologia e sul suo trattamento musicoterapeutico si può contattare questo laboratorio con sede in Pescara direttamente cliccando qui. Oppure è possibile seguire le attività dello studio sia sui social network, sia visionando i video sulla Musicoterapia sul canale YouTube dedicato.